Le festività natalizie sono da sempre tradizionalmente legate al consumo di vini dolci, tra i quali imperano l’Asti spumante DOCG ed il Moscato d’Asti DOCG. Vini apprezzati e diffusi in tutto il mondo, ambasciatori della cultura e della professionalità enologica del Piemonte, che hanno raggiunto standard di qualità elevatissimi e le cui statistiche numeriche in termini di volumi prodotti e fatturato sono da capogiro.
Sulla mia tavola imbandita per il pranzo di Natale, invece, porterò un vino dolce aromatico raro e prezioso: il Colline Saluzzesi Quagliano DOC. Pochi ne hanno sentito parlare, ancora meno l’attenzione dei media nei suoi confronti. Ma la mia Fiat 500 ed io, di certo, non potevamo lasciarci sfuggire una perla così rara e nascosta.
Si tratta per davvero di un vino di nicchia, le cui produzioni quantitative sono esigue e limitate alla ristretta area collinare che si estende da Costigliole Saluzzo a Busca: basti pensare che il conferimento della denominazione di origine controllata al Quagliano, risalente al settembre 1996, è avvenuta principalmente come riconoscimento a tutela di una tradizione produttiva a rischio di estinzione.
Per approfondire meglio la conoscenza del vino e del vitigno da cui proviene, le caratteristiche produttive, la storia e le prospettive per il futuro, ho incontrato Paolo Bonatesta, vitivinicoltore che coltiva e vinifica il Quagliano.
Così Paolo descrive la filosofia che lo spinge a produrre, nonostante tante difficoltà, questo particolare vino: “Quando si fa un lavoro con la passione e con il desiderio di valorizzare il patrimonio a propria disposizione cercando di trarne il meglio, non sempre le scelte derivanti dalle decisioni che si prendono hanno un obiettivo esclusivamente economico. Anzi, al contrario la nostra priorità non è redditività del lavoro, bensì la soddisfazione ed il piacere di fare prodotti particolari. È questo il principio cardine alla base della nostra filosofia aziendale. Da questa, infatti, nasce la scelta di mantenere in vita il Quagliano, seppur con elevati costi di lavorazione. Si tratta di un vitigno autoctono a rischio di estinzione, che rappresenta un patrimonio storico e genetico eccezionale. Ci sentiamo in dovere di preservare questa ricchezza”.
Il Quagliano è a tutti gli effetti un vino autoctono del Saluzzese: molte testimonianze storiche, risalenti già al Cinquecento, parlano di vini locali prodotti nella tipologia dolce, quali il Moscato, il Pelaverga, il Nebbiolo di Dronero, il Qualigiano. Con le fitopatie che colpirono la vite nell’Ottocento, tra cui la fillossera, parte dei vitigni autoctoni andarono irrimediabilmente perduti, come accadde per il Bubia ed il Cardin, mentre del Quagliano sopravvissero solo pochi esemplari sperduti nei vigneti. Negli ultimi decenni, grazie ad imprenditori attenti e sensibili come Paolo, si è avviato il recupero di tale patrimonio viticolo caduto nell’oblio.
L’azienda di Paolo, che mi ha ospitato con grande spirito di accoglienza ed amicizia, è situata sulle dolci colline di Costigliole Saluzzo: la peculiare composizione del terreno, l’ottima esposizione dei vigneti ed il microclima molto mite di questa zona, conferiscono ai vini caratteristiche organolettiche di eccezionale finezza.
Mentre mi mostra alcune foto dei vigneti scattate in vendemmia, Paolo mi spiega appassionatamente che “ogni fase, dalla potatura alla degustazione, viene scrupolosamente curata avvalendosi di tecnici ed enologi esperti, a garanzia di un vino ottenuto da uve perfette e provenienti esclusivamente dai vigneti aziendali. Il disciplinare di produzione prevede anche la tipologia spumante, ma al momento l’azienda non ha la disponibilità tecnica per realizzarla. La vinificazione prevede pigiatura soffice e macerazione a freddo, a cui segue una pressatura delicata che consente l’estrazione di una buona frazione colorante, evitando le componenti amare. La fermentazione avviene in autoclave a temperatura controllata e viene interrotta circa a metà del processo, in modo da preservare una intensa componente zuccherina che caratterizza la dolcezza del vino. Segue la stabilizzazione a freddo, del tutto naturale, infine si procede all’imbottigliamento”.
Non rimane che concludere questo viaggio alla scoperta del Colline Saluzzesi Quagliano DOC dell’azienda agricola Paolo Bonatesta con la degustazione della vendemmia 2014: nel bicchiere il vino appare di colore rubino tenue con riflessi violacei. All’olfatto le sensazioni sono molto intense, così come ci si attende da un vino dolce aromatico; esprime un delicato profumo vinoso, molto elegante, di frutti rossi, in particolare di fragola, ma su tutti spicca un caratteristico sentore di viola, che personalmente mi colpisce ed attrae molto. In bocca la dolcezza intensa è bilanciata da una buona acidità e dalla frizzantezza. Le sensazioni retro olfattive riportano ai frutti rossi e si accompagna ad un retrogusto piacevole e abbastanza prolungato in bocca.
Unica nota, ma non è un demerito: il vino inizia a patire una appena percettibile stanchezza; è una peculiarità del vitigno fornire vini che evolvono rapidamente, quindi, consiglio di bere il Quagliano sempre d’annata.
Oltre alle necessità per il pranzo di Natale in famiglia, ne acquisto una bottiglia in più: presto sarà disponibile il vino del 2015 e risulterà tecnicamente molto interessante una degustazione verticale per apprezzare meglio le differenze tra le due annate e le tendenze evolutive a livello sensoriale.
Come abbinare il Colline Saluzzesi Quagliano DOC? Sia la versione degustata, sia lo spumante sono ottimi in accompagnamento ai dolci da ricorrenza della tradizione italiana e lo consiglio vivamente come bevanda di chiusura per il cenone o il pranzo di Natale. Ben accompagna, inoltre, le crostate alla confettura, le torte alla frutta ed alle nocciole, le paste di meliga, i baci di dama e gli altri dolci tipici del Piemonte.
Noto in Paolo soddisfazione e gioia verso gli apprezzamenti che rivolgo al vino della sua azienda e conclude il nostro incontro con una prospettiva molto positiva: “Ci proponiamo di continuare la strada intrapresa, impegnandoci per far crescere e mantenere vivo il successo presso gli estimatori del nostro prodotto. Siamo fiduciosi, perché gli appassionati di vino che hanno occasione di assaggiare il Quagliano DOC se ne innamorano al primo sorso”.