Basta pensare al “Barolo” e la mente si illumina dei blasonati nomi di cantine famose: alcune storiche, altre giunte agli onori “della cronaca” negli ultimi decenni, qualcuna conosciuta per lo stile tradizionale, altre per qualche tratto esuberante e fuori dagli schemi.
Per questo mio primo post dedicato alle cantine di Langa e Roero, invece, ho scelto di accompagnarvi in visita a La Biòca, una azienda vitivinicola recentissima, giunta quest’anno alla quarta vendemmia.
Doverso incipit: conosco bene, molto bene questa azienda ed i suoi vini, perché ho avuto l’onore e l’onere di accompagnarla nell’atto di muovere i suoi primi passi! Quindi, non chiedetemi imparzialità …perché a La Biòca mi ci sono affezionato!
Descrivere La Biòca non è facile nemmeno per me: già il nome stesso è evocativo della sua natura. Infatti, in dialetto piemontese, “biòca” è un aggettivo che si riferisce ad una persona un po’ pazzerella, cocciuta, ma che ha un significato positivo, ovvero indica l’entusiasmo, l’arguzia e la tenacia con cui, nonostante difficoltà e imprevisti, si può raggiungere un obiettivo importante. E sicuramente avviare oggi una nuova cantina, in una zona tanto vocata dell’enologia italiana, quanto difficile in termini di concorrenza, non è un’impresa alla portata di tutti. Non una “mission impossible”, ma è sicuramente necessario che il timone sia condotto da un uomo che abbia, o meglio che sia, “n’à bela biòca”.
Caratteristica unica dell’azienda è la sua internazionalità: la proprietà non è italiana, così come buona parte del personale. Questa peculiarità l’ha resa ai miei occhi una realtà particolarmente interessante lavorativamente, proprio per la possibilità di scambiare e confrontare conoscenze, esperienze ed opinioni oltre il solito e tradizionale confine invalicabile rappresentato dal “tarmu” (in dialetto indica la pietra miliare che definisce un confine) del paese. Altra nota altrettanto di rilievo è che la lingua ufficiale de La Biòca, nonostante la sua internazionalità, è il dialetto piemontese e più volte ci siamo ritrovati ad aggiornare ed incrociare i termini dei nostri dizionari di traduzione “Inglese – Piemontese”, “Russo – Piemontese”, “Italiano – Piemontese”. Divertentissimi, poi, i molti neologismi nati dall’intreccio di termini afferenti alle diverse lingue!
Sul “riccio spino” ci sarebbero da spendere milioni di parole, ma preferisco sintetizzare limitandomi ad evidenziare che questo è il simbolo, la mascotte dell’azienda. Altrettanto si potrebbe argomentare sul colore “arancione”, eletto sin da in principio la tonalità portafortuna.
La cantina, di recentissima costruzione ed in parte ancora in fase di ultimazione, è situata in località Fontanafredda (praticamente di fronte alla celebre cantina omonima), nella zona pianeggiante del paese di Serralunga d’Alba.
I vigneti sono “frammentati” in più comuni limitrofi, tra cui Monforte d’Alba, in località Bussia e San Sebastiano, Novello, La Morra e Barbaresco. La maggior parte dei circa 8 ettari vitati sono di proprietà e tutti gestiti direttamente sotto un attento controllo e coordinamento degli aspetti agronomici ed enologici, in modo da garantire l’ottenimento della massima qualità in vigna e cantina.
Nell’ultimo anno si è proceduto al rinnovo di alcuni appezzamenti, con la realizzazione di nuovi impianti: oltre alla messa a dimora delle barbatelle dei celebri vitigni Nebbiolo e Dolcetto, uno spazio è stato riservato anche ad accogliere varietà minori, tra cui il poco conosciuto Rossese Bianco ed il Pelaverga (vero e proprio amore della mia vita, al pari di Barolo, Ruché ed Arneis).
La vinificazione avviene in modo tradizionale, con l’utilizzo dei più moderni impianti, che permettono di preservare al massimo la qualità dell’uva e di valorizzare in vinificazione le peculiarità della varietà e del terroir. Inoltre, in una bella struttura ipogea, perfetta per l’affinamento dei vini perché protetta dagli sbalzi termici e dalla riduzione dell’ umidità dell’aria, trovano sede botti grandi, tonneaux e barriques.
Oltre alla produzione dei nobili vini rossi tradizionali dell’albese, sono realizzati i bianchi Langhe Arneis e Favorita DOC, nonché un interessante spumante rosé extra dry prevalentemente da uve Freisa, il Ricciante. Per il 2016 è prevista la messa in commercio del primo vino Barolo DOCG dell’azienda, nonché l’ampliamento della gamma vini ad oggi disponibili.
Insomma, un’azienda che, giorno dopo giorno, si sta affermando sul mercato contraddistinta dall’alta qualità delle produzioni: sempre più I locali dove è possibile degustare ed acquistare i vini, sia in Italia, sia all’estero, e che sta conquistando l’apprezzamento dei critici di settore e la fiducia del consumatore.
La Biòca, ne sono certo, sempre vi accoglierà con gioia e simpatia, aprendovi le porte della cantina per permettervi di scoprire come nascono i suoi vini: per questo, se passate nei pressi di Barolo, vi consiglio di ritagliare il tempo per una visita ed una degustazione!
Non mancherò, in un futuro post,di stappare per voi (e recensire) qualche vino de La Biòca: al momento vi invito a visitare il sito web aziendale www.labioca.it e, perché no, a concedervi una degustazione dei vini di Langa grazie all’efficiente mercato on-line che porta le bottiglie direttamente a casa vostra!