L’arrivo del nuovo anno è stato segnato dalle prime debolissime nevicate, che hanno imbiancato per qualche ora le colline di Langhe e Roero. Pioggia, neve e freddo abbastanza intenso, che erano davvero molto attesi considerato l’andamento siccitoso e decisamente troppo caldo delle prime settimane di inverno, hanno finalmente iniziato a segnare le carte meteorologiche del comprensorio albese.
Le previsioni dei climatologi, che fanno sperare – o temere, secondo i punti di vista – ulteriori precipitazioni nevose, hanno costretto i viticoltori ad accelerare le operazioni di potatura. Di conseguenza, anche il mio impegno in vigna si è fatto più intenso. In onestà, in questi ultimi giorni ho dedicato meno tempo alla mia “biondissima” automobile, ma il fango che impregna abbondantemente le suole camminando lungo i filari, mi ha fatto desistere dal portarla con me durante i sopralluoghi in vigneto.
Complice una commissione incombente, oggi mi sono comunque concesso un breve tour in un bellissimo paese nel cuore della zona di produzione del vino Barolo: Castiglione Falletto.
Il borgo si trova alla sommità del primo versante collinare lungo la strada che da Alba conduce verso Monforte: una serie di strettissimi tornanti intervallati da ripide salite hanno messo a dura prova la coppia del piccolo bicilindrico della mia Fiat 500, che mi ha costretto ad un rapido susseguirsi di cambi di marcia per non affaticare troppo il motore.
Dopo pochi chilometri siamo giunti sulla cresta collinare e, nonostante il cielo nuvoloso e un po’ offuscato dalle nebbie, lo spettacolo delle colline di Langa si è manifestato in tutta la sua bellezza. A predominare maestosamente sullo skyline, in tutta la sua imponenza, il maschio della fortificazione che svetta sul piccolo paese di Castiglione Falletto.
La tentazione di infilarmi con la mia piccola Fiat 500 tra gli stretti vicoli del centro storico del borgo è stata davvero forte… e non ho resistito a provare un confronto tra la piccola stazza della mia automobile e la grandiosità della struttura fortificata.
Le foto raccontano più di mille parole.
Il maniero ha una storia molto antica: fu eretto attorno al 1230 da Bertoldo Falletti di Alba, che ebbe in concessione il feudo dai Marchesi di Saluzzo. La famiglia, che fu proprietaria del castello fino alla fine del secolo XVII, volle aggiungere il proprio nome a quello del paese, in modo da segnarne perpetuamente la storia. Diverse famiglie acquisirono la proprietà della fortezza nei secoli a venire, fino ai Vassallo di Dogliani, che nella prima metà dell’Ottocento realizzarono lavori di ampliamento e ristrutturazione, convertendola ad abitazione nobiliare. L’imponente struttura odierna, pur ingentilita rispetto alle caratteristiche originali, conserva ancora tutto il fascino e la rudezza della sua configurazione medioevale, con le solide torri laterali ed il possente maschio centrale.
Degna di nota la Parrocchiale di San Lorenzo: originariamente cappella gentilizia riservata agli abitanti del castello, venne poi data in uso alla comunità. Nel 1893 venne ristrutturata, assumendo le attuali linee neogotiche, e all’interno è possibile ammirare le opere dei fratelli Finati, celebri pittori albesi del tempo.
Mentre scattavo le ultime fotografie, una gentile signora del paese, abbastanza avanti con l’età, mi si è avvicinata per consigliarmi di non avventurarmi in alcune strette e scoscese viuzze del borgo: alcuni decenni fa lei stessa aveva passato brutte disavventure rimanendovi bloccata con la sua Fiat 500. Questo è lo spirito della gente di Langa, forse un po’ chiusa, ma sicuramente premurosa e accogliente. Salutando la donna, mi è parso di leggere nei suoi occhi l’emozione del ricordo dei tempi trascorsi e, forse, anche la tristezza di non avere più quella piccola automobile.
Usciti dal borgo antico, prima di far rientro in garage, però mi è stata d’obbligo una sosta alla pesa pubblica del paese: molte e molte volte, per me questa piccola casupola ha rappresentato un punto cardinale durante le lunghe giornate di vendemmia.
Fermarmi oggi, senza fretta, nel silenzio, lontano dai borbottii sul prezzo o sulle qualità dell’uva, senza trovarvi un amico, un vicino o un concorrente intento a determinare la tara o la massa dell’uva raccolta, ha suscitato in me una sensazione strana, quasi di disagio, di avvilimento… forse è solo nostalgia di vendemmia!